Scarsità risorse idriche a disposizione del settore agricolo di Tursi

La conclamata scarsità di precipitazioni piovose e nevose durante i mesi autunnali ed invernali ha creato un deficit idrico nei terreni coltivati tale da compromettere già da ora lo stato di salute delle coltivazioni arboree, prima di tutto, ed orticole/erbacee per circa 500 metri cubi ad ettaro, pari ad un mese di pioggia che dovrà essere sopperito con l’irrigazione. La stessa conclamata scarsità di precipitazioni ha ridotto l’approvvigionamento idrico di tutte le dighe presenti sul territorio regionale e principalmente la diga di Monte Cotugno a Senize (PZ) che presenta ad oggi circa 80 milioni di metri cubi in meno rispetto all’ultima annata siccitosa del 2017. Lo scioglimento della neve sta creando un maggiore afflusso idrico dal bacino del Sarmento che però l’Ente Irrigazione EIPLI non sta convogliando nella traversa che porta alla diga di Monte Cotugno, come testimoniato dai video e foto in data odierna 12/03/2020. E’ di facile previsione l’afflusso dei bacini idrografici alle dighe nei prossimi giorni, essendo state nulle nei giorni scorsi le precipitazioni a monte e grazie a questo indice è facile prevedere quanta risorsa idrica sarà disponibile nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Tanto considerato, Antonio Di Matteo, Presidente Gruppo Consiliare di MuoviAmo Tursi, ha chiesto alle autorità competenti degli interventi urgenti.

Le crisi idriche si prevengono

Nell’annata agricola 2017, le difficoltà organizzative del Consorzio di Bonifica e del Centro Operativo di Policoro, in particolar modo, sono emerse in pieno. In questi mesi, il Consorzio ha avuto il tempo e il modo per intervenire. Sul territorio di Tursi, gli interventi non si sono visti con intensità.

Le vasche Finata 1C, San Teodoro C1, Marone 3A-1 e Monte 3A-2 hanno urgente bisogno di essere ripulite da tutto il materiale presente al loro interno: melma, terreno, vegetazione, pietrame. Questo affinché si possa ampliare la capienza degli invasi e migliorare l’efficienza degli impianti del Consorzio, riducendo l’incidenza dei detriti negli impianti dei privati fruitori.

Vittoria di Senise contro l’opificio

santa lucia seniseSi è conclusa con una vittoria la battaglia popolare che i senisesi hanno portato avanti in questo ultimo anno contro gli interessi affaristici di alcuni soggetti non ancora ben identificati. Il famigerato opificio dei rifiuti non si farà più a Senise, nella contrada agricola di Santa Lucia, a pochi metri dalla diga di Montecotugno. Una battaglia a cui ha partecipato, nel suo piccolo, anche MuoviAmo Tursi, insieme agli altri comitati presenti sul territorio. Una battaglia vinta che apre uno spiraglio di speranza sulle tante vertenze ambientali presenti sul territorio.

Appello al Metapontino e alla Basilicata

scorie radiottive tursiLa Basilicata, terra di conquista di affaristi senza scrupoli e malavita organizzata, sta divenendo in questi anni un centro di smistamento e smaltimento di ogni sorta di rifiuto, da quello urbano a quello industriale, da quello pericoloso a quello radioattivo, per la gran parte provenienti da fuori la nostra regione. È a rischio la nostra salute, ma anche il nostro futuro.

Noi che viviamo di agricoltura, dal coltivatore diretto al bracciante, dal commerciante al contoterzista, subiremo i maggiori danni da questo continuo inquinamento del territorio. Basterà la fuoriuscita di percolato da una discarica per inquinare i nostri pozzi e terreni.

La battaglia è appena all’inizio

santa lucia seniseMuoviAmo Tursi, dopo aver partecipato alla manifestazione popolare di ieri sera a Senise che chiedeva al sindaco di schierarsi apertamente e definitivamente dalla parte dei cittadini, sostiene, sempre più, il compatto fronte del NO. L’opificio distruggerà ricchezza, non solo a Senise ma in tutto il fondovalle che utilizza l’acqua della diga. La scelta è politica e il sindaco sbaglia ad attendere e sbaglia a sbeffeggiare i cittadini. Ci fermeremo solo quando avremo avuto il totale rigetto del progetto. Dopo la vittoria di Senise apriremo altri fronti, da Sant’Arcangelo a Colobraro.