L’amministrazione comunale di Tursi ha dormito per 3 anni

sp 41 pericolanteSubito dopo il comunicato stampa di MuoviAmo Tursi del 7 novembre scorso, sui pericoli che corrono le decine di famiglie residenti nella zona residenziale 167 e sui rischi di isolamento che corre tutta la Città di Tursi, il sindaco ha scritto una lettera al presidente della Regione e a quello della Provincia chiedendo riverente aiuto. La lettera è stata inviata l’11 novembre (4 giorni dopo il nostro comunicato stampa) ed è apparsa su Il Quotidiano della Basilicata del 12 novembre scorso.

Nella richiesta di aiuto, il sindaco ha elencato tutte le note precedentemente inviate agli enti competenti. Salvo le richieste relative alla data dell’evento calamitoso, verificatosi a marzo 2011, nessun atto è stato realizzato o inviato fino alla lettera dell’altro giorno (inviata 4 giorni dopo il nostro comunicato stampa).

Il sindaco e l’intera amministrazione comunale, hanno dormito per più di 3 anni. Oggi si svegliano, dopo che MuoviAmo Tursi ha acceso loro la coda di paglia e messo in chiaro quali sono le responsabilità di questa vicenda. La negligenza, cioè la mancanza di diligenza, è causa di responsabilità.

L’amministrazione comunale poteva intervenire immediatamente con una spesa urgente fino a 200 mila euro. Oppure poteva realizzare l’intervento così come fece per il parcheggio in Rabatana, che venne progettato, finanziato e realizzato nel giro di pochi mesi. Si accese un mutuo di 174 mila euro presso la Cassa Depositi e Prestiti, grazie all’incarico dato ad un architetto il 22 marzo, pochi giorni dopo l’alluvione. Perché la stessa celerità d’intervento non è stata adoperata per l’argine crollato nel Pescogrosso? Il parcheggio crollato in Rabatana non comprometteva mica vite umane. L’argine crollato invece sì.

Cosa ancora più grave è la sottrazione di responsabilità che il sindaco ha sottoscritto ai danni dell’Acquedotto Lucano con una nota inviata il 7 novembre, nella quale si indica, implicitamente, come concausa del crollo dell’argine la presenza della tubazione idrica, che attraversa il letto del canale ad un metro di altezza, causando lo straripamento del torrente in piena.

La strada provinciale ha già perso un metro di carreggiata. Ciò che separa il letto del torrente dalla prima palazzina sono 40 metri di terreno.

Abbiamo già detto in altre occasioni, che bastavano (e bastano) 50 mila euro spesi bene, per risolvere la questione definitivamente, con un progetto serio. La provincia spese più di 70 mila per fare un argine in cemento armato che non è durato neanche un inverno. Il comune ha chiesto 660 mila euro alla regione 3 anni e mezzo fa. La regione ha chiesto 660 mila euro al governo nazionale, 10 mesi fa.

Il sindaco, durante il consiglio comunale del 10 novembre scorso, ha farneticato prendendo le distanze dal comportamento del sindaco di Carrara, città alluvionata per il crollo di un argine appena ricostruito, quando nessuno si era mai immaginato di paragonarcelo. Ha fatto tutto lui. Ha farneticato di aver ricevuto proprio il 10 novembre una lettera dalla regione in merito alla questione. Ha affermato che le palazzine non sono a rischio, nonostante l’argine sia crollato. Affermazioni pesanti e chiare, su come si sia sottovalutato e si stia sottovalutando il pericolo.

C’è sempre la proposta dell’onorevole Mucchetti in campo, mutuata da Pisticci Scalo: perché non spostare le 4 palazzine della zona 167 in un’altra zona?

Mario Cuccarese, Portavoce di MuoviAmo Tursi